brianza e brughiera

IL POLMONE DELLA BRIANZA: IL PARCO DELLA BRUGHIERA

UN POLMONE NEL BEL MEZZO DELLA BRIANZA INDUSTRIALE: Il PARCO DELLA BRUGHIERA BRIANTEA

Il Parco della Brughiera in Brianza

Il Parco della Brughiera Briantea è una delle più vaste aree forestali della pianura lombarda (2.603 ettari) e si trova tra Milano e Como, comprendendo diversi comuni: Cabiate, Lentate sul Seveso, Meda, Mariano Comense, Carimate, Cermenate, Novedrate, Figino Serenza, Carugo e Brenna.

È un parco regionale della Lombardia nato con lo scopo di proteggere flora, fauna e aree di interesse geologico del territorio della Brianza comense.

Infatti, il parco rappresenta un polmone verde, un ambiente naturale della Brianza, zona dove l’urbanizzazione ha distrutto gran parte della natura rimasta.

Infine, bisogna considerare che il parco è un luogo di particolare importanza per i Comuni al suo margine. Essi infatti, da consorziati, si impegnano a proteggerlo e mantenerlo come “Parco di Interesse Locale Sovracomunale” (PLIS).

L’ambiente del Parco della Brughiera in Brianza

Il Parco della Brughiera Briantea deve il proprio nome alla brughiera, formazione vegetale molto diffusa in Brianza.

I boschi sono caratterizzati in prevalenza dalla presenza di querce, castagni, pini silvestri e sono interrotti da aree di prateria e di brughiera.

In questo territorio il bosco si presenta in molte forme differenti, in relazione alle differenti condizioni ambientali e all’azione dell’uomo.

La natura argillosa del suolo ha permesso lo sviluppo dell’industria di estrazione e lavorazione dell’argilla. Le cave abbandonate ospitano oggi diversi laghetti. A Mariano Comense la fornace Fusari è ancora attiva ed è visitabile per scoprire i metodi di lavorazione dell’argilla.

Inoltre, di rilievo è la presenza di zone umide, in genere non molto estese ma di grande interesse ambientale, poiché consentono la sosta e la riproduzione di specie che non potrebbero esistere nella fauna del parco.

La flora e la fauna del Parco brianteo

Le specie animali e vegetali che popolano il Parco della Brughiera Briantea sono tipiche dell’ambiente forestale della zona.

L’esistenza di aree prative e di colture, che irregolarmente interrompono la continuità degli ecosistemi forestali, incrementa considerevolmente la biodiversità generale del Parco, creando i presupposti per l’instaurarsi di popolamenti faunistici sufficientemente diversificati.

Infatti, nel parco brianteo sono presenti anche specie legate agli ambienti modificati e gestiti artificialmente dall’uomo.

Una gita alla scoperta del Parco della Brughiera Briantea

Lungo le vie del parco ci sono vari sentieri che si possono percorrere a piedi o in bici.

Questa area è caratterizzata dall’alternanza di spazi pianeggianti e spazi dolcemente ondulati che permettono a tutti i visitatori del luogo di stare in mezzo alla natura e respirare aria pulita nel bel mezzo di un grande centro industriale quale è la Brianza.

 

monza

LA CITTÀ DELLA BRIANZA: MONZA, TESORO DEI LONGOBARDI

LA CITTÀ DI MONZA IN BRIANZA: TESORO DEI LONGOBARDI

Monza, il Duomo e la sua tradizione

La città di Monza è una città ricca di luoghi di interesse, di arte, di storia e di cultura.

Il punto focale della città è la piazza centrale in cui si trovano il famosissimo Duomo e l’antico museo e tesoro del Duomo di Monza, che ospita la più grande collezione al mondo di tesori d’epoca paleocristiana, longobarda e carolingia riferibili alla medesima città.

Il Duomo di Monza con la Regina longobarda Teodolinda è dichiarato Patrimonio Testimone di una Cultura di Pace per l’Umanità dall’UNESCO.

Storia della Brianza e della Monza longobarda

La città di Monza, già sede di un palazzo di Teodorico, fu scelta come residenza estiva della corte longobarda dalla regina Teodolinda.

I motivi che la spinsero a prendere tale decisione probabilmente sono rappresentati dal clima e dalla salubrità tipica del borgo.

Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento la regina Teodolinda, regina longobarda e regina d’Italia conosciuta per aver saputo donare luce e prestigio alla città di Monza e alla Brianza, ha commissionato la costruzione di diversi edifici: un palazzo, il Palazzo Reale di Monza, nel centro della città; adiacente il palazzo ha fatto costruire un oraculum, un luogo di preghiera, una cappella palatina in onore di San Giovanni Battista.

Il Palazzo Reale e la Basilica dedicata a San Giovanni Battista furono demoliti per consentire la realizzazione del Duomo di Monza, che riporta solo alcuni materiali edilizi degli edifici precedenti e la torre longobarda riadattata a campanile della Basilica, che in passato fungeva da difesa per il Palazzo Reale.

Quest’ultima rappresenta l’unico edificio longobardo ancora esistente nella città di Monza, in Brianza, e uno dei pochissimi reperti architettonici longobardi in Lombardia.

La leggenda di Teodolinda, regina della Brianza

La leggenda racconta che in una bellissima giornata primaverile la Regina Teodolinda e il figlio Adaloaldo andarono a Castello Brianza a fare una passeggiata tra i boschi e a pescare nel lago di Annone, attività preferita del figlio.

Così, con una piccola barca Adaloaldo e il suo servo si addentrarono nelle acque del lago a praticare la pesca.

All’improvviso però si alzò un forte vento che fece vacillare l’imbarcazione e iniziò a piovere violentemente. Teodolinda avvertita della situazione e non potendo far nulla cominciò a pregare, affidandosi alla provvidenza.

Poco dopo il sole tornò a risplendere nel cielo, ma la Regina della Brianza vide una piccola barca travolta alla deriva. Fu in quell’istante che Teodolinda fu colta da una straziante disperazione. Chiese pietà al cielo e le acque del lago cominciarono miracolosamente a ritirarsi fino a quando si scorsero i corpi del figlio e del servo.

La Regina della città di Monza fece una preghiera di ringraziamento all’Onnipotente per aver ricevuto il corpo del figlio annegato su cui piangere e sfogare il dolore di madre. Il dolore fu tanto grande che la leggenda ricorda ancora nei nomi le terre poi emerse.

Il prestigio del tesoro di Monza

La città di Monza e il suo Duomo quindi devono la loro importanza e fama alla regina che donò al luogo molti oggetti d’oro e d’argento e la celeberrima Corona Ferrea, custodita nella cappella di Teodolinda.

La corona, teoricamente arricchita da uno dei chiodi usati per la crocefissione di Cristo, regalato a Teodolinda da Papa Gregorio I, fu usata dai re Longobardi, e poi da Carlo Magno e dai suoi successori, per l’incoronazione dei re d’Italia.

Essendo considerata reliquia e una delle opere più significative della storia dell’Occidente, la Corona Ferrea è custodita all’interno della chiesa. Il prezioso tesoro del Duomo, testimonianza dell’oreficeria di fine VI e inizio VII secolo, è invece conservato nel Museo Serpero.

 

Gli altri luoghi di interesse della città di Monza

Tra i migliori luoghi da non perdere e da visitare assolutamente nella zona della Brianza spiccano sicuramente la celebre Villa di Monza e il suo Parco.

La Villa di Monza, in Brianza, è un regio palazzo realizzato in completo stile neoclassico, affiancato dalla scenografica Cappella Reale dedicata all’Immacolata, una chiesa tonda a croce greca.

Il Parco di Monza poi è un fiore all’occhiello dei luoghi paesaggistici della Brianza. Fa parte del Parco Regionale della Valle del Lambro e comprende i Giardini Reali, giardini della Villa di Monza.

Il Parco di Monza è uno tra i luoghi paesaggistici della Brianza più apprezzati per la sua bellezza e imponenza tanto da diventare uno dei più importanti a livello europeo.

 

IL CAPOLAVORO DELLA BRIANZA: I LAGHI BRIANTEI

UN PAESAGGIO PITTORESCO: I LAGHI BRIANTEI

I laghi del territorio della Brianza

I laghi briantei sono localizzati nell’area dell’alta Brianza e formano quasi la base naturale del triangolo lariano, trovandosi in asse tra Lecco e Como. Sono laghetti di formazione glaciale, alimentati dai fiumi che consentono al territorio una riserva d’acqua costante.

Da destra a sinistra si trovano il Lago di Annone, il più esteso tra i laghi briantei, poi il lago di Pusiano, il lago del Segrino, il lago di Alserio, alimentato dal fiume Lambro, e più vicino a Como è situato il lago di Montorfano, alimentato dal torrente Seveso.

Tutti questi laghi sono circondati da una rigogliosa vegetazione e da paesaggi suggestivi, tutti molto interessanti da scoprire. I laghi briantei costituiscono parchi di interesse sovracomunale, facilmente accessibili.

Cosa offrono i laghi della Brianza?

Lungo il perimetro di essi è possibile fare rilassanti passeggiate a piedi o a cavallo oppure percorrere i sentieri in sella a una mountain bike. Le aree pic-nic che si trovano nei vari parchi consentono ad adulti e bambini di godere di lidi e prati vasti con paesaggi ideali per un po’ di relax.

Ma le attività che offrono i parchi non finiscono qui: con barche, kayak o canoe è possibile navigare le calme acque dei laghi briantei per poter vivere più intensamente le emozioni che il paesaggio sa regalare.

Il lago di Annone

Il lago di Annone è il più esteso dei laghi briantei e si trova nella parte settentrionale della Brianza, ad ovest della città di Lecco. Intorno ad esso vi sono diversi rilievi quali il monte Barro e il Cornizzolo. Il lago è diviso in due parti da un canale creato dalla stretta penisola di Isella.

La parte più estesa del lago di Annone prende il nome di Lago di Oggiono, nome che deriva dal comune che si affaccia sulla parte orientale del lago stesso. Si è ipotizzato che in passato esistesse un antico ponte romano volto ad unire le due penisole consentendo il passaggio di una strada di grande comunicazione fra Lecco e Como.

Il lago può essere percorso lungo tutto il suo perimetro e può ammaliare soprattutto al tramonto, quando il sole crea delle luci spettacolari e delle sensazioni meravigliose di serenità.

Panoramica mozzafiato sui laghi briantei dal Monte Barro

La vista sui laghi della Brianza dal Monte Barro è una perla nello splendido scenario brianzolo. Un luogo ricco di natura e di storia, conosciuto e amato da visitatori di ogni tipo.

Tipica gita domenicale del brianzolo doc, l’escursione al Parco del monte Barro non delude mai: dalla vetta si gode di meravigliosi tramonti sui laghi e sui monti circostanti, con sfumature di colori estasianti che sanno regalare sensazioni ed emozioni intense e indimenticabili.

Questo luogo romantico e semplice conquisterà il cuore di qualsiasi turista ed escursionista.

 

bollettone

BRIANZA E NATURA: IL MONTE BOLETTONE

I MONTI DELLA BRIANZA: IL MONTE BOLETTONE O BOLLETTONE

Il Bollettone: uno dei monti più amati in Brianza

Il monte Bolettone o Bollettone è un monte delle Prealpi Comasche che misura 1.317 m di altezza. Il suo profilo è facilmente riconoscibile ad occhio nudo dalla città di Milano e dalla pianura, per l’inconfondibile filare di abeti, che dalla cima scende verso valle.

Il monte Bollettone e l’ambiente circostante

Nel triangolo lariano vi è un sentiero che porta in cima al monte e consente di ammirare, lungo il percorso, un panorama mozzafiato e suggestivo a 360°: dal lago di Como alle Alpi. La cresta del monte Bolettone è spartiacque e divide a nord il comune di Albavilla dal comune di Faggeto Lario, a ovest dal comune di Albese con Cassano, a est dal comune di Erba. A sud si colloca la vallata di Albavilla in cui scorre il fiume Cosia che, sulle pendici del Bolettone, ha le sue sorgenti.

La passeggiata sul monte brianzolo

Per raggiungere la vetta vi sono diversi tipi di percorsi della durata di circa 35-45 minuti di cammino: su asfalto e fra i boschi. Ogni percorso inizia dal Parco dei Viceré, situato sopra Albavilla, in Brianza.

Il sentiero percorribile in carrozza è inizialmente dolce, poi si fa più ripido su fondo cementato. Vi sono poi altri sentieri in mezzo alla natura indicati con frecce verniciate che tagliano nei boschi. Il bosco, con il salire verso la vetta, si dirada fino ad aprirsi completamente con un interessante panorama: qui è bellissimo prendere fiato e ammirare il gruppo delle Grigne, Resegone, Corni di Canzo e Cornizzolo.

Procedendo verso la cima su un ampio sentiero che attraversa prati e radi alberi, bisogna aggirare il crinale erboso fino a giungere alla Bocchetta del Bolettone. A questo punto si trova una panchina che consente ai passanti di godere della bellissima composizione di linee e colori che forma il paesaggio circostante: il lago di Como che avanza sinuoso, lo steccato del sentiero che conduce al rifugio Capanna Mara e sullo sfondo il Monte Palanzone che sovrasta la scena.

Percorrendo il sentiero ancora per poco, si riparte dalla bocchetta del Bolettone e si consiglia di proseguire sul sentiero in salita costeggiando il rifugio Bolettone (permanentemente chiuso) giungendo in pochi metri alla vetta (metri 1320).

Il panorama della Brianza

Il percorso si sviluppa su pendii semplici e dolci che permettono di godere in qualsiasi stagione dei bellissimi paesaggi che il lago di Como e le altre montagne circostanti, come il monte Palanzone, regalano.

Pic nic, trekking, passeggiate con le ciaspole e uscite in mountain bike sono solo alcune delle attività che il monte Bollettone offre ai suoi visitatori. Per una bella passeggiata domenicale, il monte Bollettone rappresenta la meta ideale: dalla cima il panorama spazia sino al Monte Rosa, al Monviso e al Cervino.

In vetta è stata posizionata una croce a perenne protezione della vallata sottostante. La croce è stata impiantata dal Gruppo Bolettone che nel 1964 ha deciso di regalare alla vetta un simbolo di protezione al luogo.

 

ARTE E BRIANZA: LA BASILICA E IL BATTISTERO DI AGLIATE

LA BASILICA DEI SANTI PIETRO E PAOLO E IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI BATTISTA AD AGLIATE

La Basilica dei Santi Pietro e Paolo ad Agliate

La Basilica dei Santi Pietro e Paolo si trova nel bel mezzo della Brianza, ad Agliate. Realizzata poco dopo l’anno Mille, la Basilica è un edificio sacro affiancato e separato dal Battistero di San Giovanni Battista, così come vogliono i dettami ambrosiani.

Subito dietro il complesso religioso, è possibile godere del bellissimo paesaggio di un parco pubblico che si affaccia sul fiume Lambro, il Parco della Rovella, situato all’interno del Parco della Valle del Lambro.

 

La storia della Basilica

La Basilica, insieme al Battistero, è considerata una testimonianza precoce dello stile romanico e al suo interno ospita un gran numero di affreschi antichi anche di epoca altomedievale. I due monumenti in passato erano luogo in cui veniva amministrato il sacramento del Battesimo, simbolo di passaggio definitivo dal paganesimo al cristianesimo.

La struttura della Basilica

La pianta della Basilica è a tre navate, ognuna delle quali possiede una porta d’ingresso. La facciata è a salienti, ricalca la struttura interna e mostra la navata centrale più alta rispetto alle due laterali. Un campanile, in contrasto cromatico con le navate, completa la struttura. All’interno della Basilica ci sono due colonne e dei capitelli di origine romana che separano le navate.

Le finestre dell’edificio sono molto piccole e ciò comporta una bassa luminosità dell’insieme. Per accedere al presbiterio occorre salire una scalinata di 8 gradini. Al di sotto del presbiterio si trova una cripta ad oratorio che si apre sulla navata mediante due bifore. Le colonnine della cripta sono sormontate da capitelli che sembrano riprendere in maniera stilizzata i contenuti del capitello corinzio.

Il Battistero di San Giovanni Battista ad Agliate

Il Battistero di San Giovanni Battista è un luogo di culto interessante per le sue peculiarità architettoniche, se non uniche. Va ricordato che nel Battistero si continuò a celebrare il sacramento del Battesimo anche dopo il XIII secolo, a differenza della Basilica.

Le pareti esterne del Battistero sono più decorate ed elaborate rispetto alla vicina Basilica dei Santi Pietro e Paolo. La pianta del Battistero è un poligono irregolare a nove lati, ma all’interno si percepisce come ottagonale e canonicamente aderente ai dettami ambrosiani. Il perimetro segue una linea sinuosa: le parti concave si alternano alle convessità di alcune nicchie esterne.

 

L’architettura del Battistero

 Le pareti esterne sono decorate da un fregio di archetti pensili sormontati da fornici ciechi. Il tetto di ardesia ha la tendenza a coprire uniformemente il piano superiore non evidenziando il complesso gioco di curve dell’edificio. In questo modo cattura maggiormente l’attenzione il tiburio ottagonale con la cupola.

Nel mezzo del Battistero si trova il fonte battesimale ottagonale, munito di gradini a scendere e canali di adduzione e di scarico dell’acqua. In questo spazio le ampie arcate sono sostenute da quattro colonne angolari; dalle arcate si aprono quattro rispettive nicchie semicircolari. In questo modo si delinea uno schema a croce.

La parete orientale è decorata esternamente da esili archi ciechi ed è arricchita da piccole finestre monofore. Nella nicchia posizionata di fronte all’ingresso si trova un altare che contiene una lastra di marmo con l’incisione del Chrismon, il monogramma di Cristo.

Al piano superiore vi sono dei matronei che si affacciano sul vano centrale e ai quali si accede da due scale curvilinee ricavate dalle mura esterne. Sempre al piano superiore sono presenti altri due altari: uno nella stessa nicchia che ospita quello del piano sottostante, l’altro sopra l’ingresso del Battistero. Qui si possono anche scorgere all’interno del pavimento due rosoni in pietra, suddivisi in spicchi. Probabilmente in passato venivano utilizzati come orologio grazie ad un fascio di luce che poteva penetrare da un foro illuminando i vari settori. Accanto ai due rosoni è stata posizionata la campana che una volta si trovava nella torre campanaria della Basilica.

Le decorazioni murali che sono visibili oggi nell’edificio sono le decorazioni della cupola con stelle a otto punte (come quelle della cripta in Basilica) e alcuni resti di affreschi al piano superiore, in particolare nella nicchia sopra l’ingresso. In un affresco si riesce ancora a distinguere la figura di una persona inginocchiata con una candela in mano.

IL TRIANGOLO LARIANO: IL PARCO DEL SEGRINO

METE TURISTICHE IN BRIANZA: IL PARCO DEL SEGRINO

Il lago del Segrino è un lago della Brianza di modesta estensione e scarsa profondità che occupa gran parte di un solco vallivo delimitato ad est dal Monte Cornizzolo e ad ovest dal Monte Scioscia, al limite meridionale del Triangolo Lariano. Con i suoi 5 km circa di percorso ciclo pedonale, è una meta turistica particolarmente amata per le gite fuori porta sia per chi proviene dalle grandi città metropolitane lombarde come Milano, sia per i turisti stranieri che vogliono scoprire gli ambienti naturali tipici del nostro territorio.

Il lago del Segrino non è l’unico lago presente in questa zona infatti i laghi della Brianza sono tra i posti da visitare in Lombardia più suggestivi con i paesaggi e i tramonti unici del lago di Pusiano, del lago di Annone, del lago di Alserio, del lago di Montorfano e del lago di Garlate.

 

“Il Lago Salvato” – Fons Sacer

Negli anni ’70 il lago ha conosciuto un periodo di degrado e trascuratezza, protratto fino agli anni ’80 quando le Amministrazioni locali hanno dedicato un programma di recupero e salvaguardia dell’ambiente del parco e del lago del Segrino stesso.

Per tale motivo l’area si è trasformata in un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS), la cui gestione è stata affidata al Consorzio dei Comuni di Canzo, Eupilio e Longone al Segrino e alla Comunità Montana del Triangolo Lariano.

L’impegno dell’Ente Parco e degli esperti collaboratori ha permesso al lago del Segrino di diventare prima uno tra i bacini più puliti e meglio conservati di tutta l’Europa e poi Sito di Interesse Comunitario (SIC).

L’ambiente naturale del Parco

Il Parco del Segrino è riconosciuto sia per quanto riguarda le sue qualità ambientali e naturalistiche, sia per essere un punto di ritrovo per la popolazione brianzola, un luogo dove passeggiare o andare in bicicletta godendosi la natura circostante.

A differenza di altri bacini della Brianza, d’inverno, quando le temperature diventano molto rigide, il lago ghiaccia. Per questo è facile scorgere qualche avventuroso pattinare sulla superficie ghiacciata del lago oppure qualche paperella nascondersi fra la vegetazione per scaldarsi, in attesa dell’arrivo della primavera.

L’ambiente, caratterizzato da una ricca vegetazione acquatico-palustre, ospita numerose specie di animali anche in via di estinzione.

Tra la fauna tipica del Parco si possono distinguere 88 specie di uccelli nidificanti, 44 migratori, molti anfibi che si riproducono tipicamente nelle raccolte d’acqua grazie alle aree paludose perilacustri, e infine pesci come il persico, l’alborella e il luccio.

Lungo le sponde del lago del Segrino la vegetazione arborea è costituita da piante quali ontani neri, salici e pioppi.

 

Tutela del Parco del Segrino e della sua fauna

Il Parco del Segrino, inoltre, opera in stretta collaborazione con Associazioni locali, Comunali ed Enti, associazioni ambientaliste e animaliste quali il GOL (Gruppo Ornitologico Lombardo), i gruppi ambientalisti WWF e Greenpeace, le associazioni di categoria degli agricoltori, delle attività commerciali ed artigiane per lo sviluppo e l’incremento dell’agricoltura, della ricettività e di un turismo più consapevole.